13 Settembre 2024

Milano è una città frenetica, dove tutto si vive a ritmi decisamente differenti rispetto alla mia Spoleto. Per motivi di lavoro, mi reco spesso all’ombra della Madunina, dove pulsa il cuore del business e degli affari, ma si tratta di autentiche toccate e fuga. Stavolta, però, la permanenza nel capoluogo lombardo sarà più lunga. Una fiera del settore, alcuni appuntamenti già prefissati con clienti e la possibilità di poter ampliare il volume d’affari per l’azienda presso la quale lavoro, mi terranno lontano dalla mia Umbria per almeno una settimana.

Arrivo domenica pomeriggio, lunedì sarà una giornata impegnativa ricca di appuntamenti, preferisco godere del giusto tempo per smaltire il lungo viaggio in auto. Giro per la città, che pullula di turisti nelle vie del centro. E’ la prima volta che mi godo Milano senza frenesia, girando tranquillamente qua e là senza dover guardare frequentemente l’orologio per adempiere agli impegni di lavoro. E scopro quant’è bella, seducente e romantica.

La tentacolare Milano ben si presta ad appagare le mie curiosità e appetiti sessuali

La mia vita di coppia, oltretutto, risente inevitabilmente delle mie assenze lavorative. Il rapporto con Barbara è, ormai, ai minimi storici. Non c’è più dialogo, le discussioni sono quotidiane e queste “fughe” lavorative, non di rado, si rivelano degli autentici toccasana per il mio benessere psicologico, lontano dagli screzi della vita di coppia. Barbara, oltretutto, mi nega ormai costantemente il piacere del sesso, sicuramente soddisferà le sue voglie altrove, con quel maledetto culo da zoccola che si ritrova e che, in buona sostanza, è il motivo per cui avrei voglia di sfondarla ogni volta che la vedo.

Quel maledetto culo mi arrapa. E lei, perfida e cagna, gira per casa in tanga e perizoma solo per farmi eccitare, senza poi dar seguito a nulla, visto il suo totale disinteresse nei miei confronti. Ho sempre pensato di trovarmi un’amante, ma non avrei poi il tempo per gestire due relazioni. Voglio troncare la relazione, ma Barbara non lavora e non ha reddito. E nonostante tutto, non mi sento di buttare fuori casa una persona con cui ho una relazione di 10 anni.

Cornuto e mazziato: frase migliore non esiste per definire la mia situazione. Certo, ogni tanto qualche scappatella me la sono concessa, perlopiù con persone impegnate e solo alla ricerca di qualche momento di innocente evasione. Ma il desiderio di spingermi oltre, di assaporare il sesso in tutte le sue lussuriose sfumature, si faceva sempre più insistente. Milano, poi, è tentacolare per definizione, offre infinite possibilità di trasformare un’anonima domenica autunnale in qualcosa di magico e indimenticabile.

Decisi, quindi, di voler esplorare una sfera del sesso sino a quel momento sconosciuta, ma che mi stuzzicava parecchio. Non mi piacciono gli uomini, adoro il corpo femminile. Ma per capire meglio le donne, cosa provano quando succhiano vogliosamente un pene o vengono penetrate, mi incuriosiva vivere un’esperienza diversa e stuzzicante. Fu così che mi collegai a questo sito trans milano e conobbi Marcella, una splendida milanese di 35 anni, con un fisico femminile e un culo, maledetto culo, che ricordava quello di Barbara.

Marcella mi fece comprendere comevivere il sesso con maggior consapevolezza

Mi recai nel suo appartamento. Dopo un paio di convenevoli, Marcella mi chiese cosa mi aspettassi del nostro incontro. E io, senza alcun timore reverenziale, le dissi: “voglio appagare il mio lato maschile e spaccarti il tuo bellissimo culo, ma poi voglio capire cosa prova una donna quando gioca con un bel cazzo, come il tuo, in mano, in bocca o durante la penetrazione”.

Marcella, non si fece pregare due volte. Si spogliò delicatamente senza mostrare il pene, anche se il pacco era “importante”, e si fece inculare senza pietà, mentre le elargivo insulti di vario tipo. Poi, dopo avermi fatto capitolare inondando il suo volto di sperma, facemmo una doccia e iniziò a stuzzicarmi poco alla volta l’ano con le dita. E i suoi ditalini erano gradevoli, ma il suo cazzo, oggettivamente, era enorme.

Tornammo in camera. Iniziai a succhiarle il cazzo e i ruoli si invertirono: ora ero io la “cagna”, lei dominava la scena. Questi preliminari furono gradevoli. Passammo, poi, alla penetrazione. E lì, Marcella, dimostra tatto e grande sensibilità, sfruttando anche l’aiutino di qualche crema propedeutica alla penetrazione anale. Il suo enorme cazzo mi penetrò poco alla volta. E i timori iniziali svanirono, lasciando spazio al piacere più puro.

Tornai in albergo rilassato. Compresi, effettivamente, cosa provava una donna durante un rapporto sessuale, sia dal punto di vista mentale che fisico. E al termine di quella settimana, rincasai a Spoleto consapevole di poter vivere, finalmente, una vita sessuale più soddisfacente col gentilsesso. Al di là di Barbara. Al di là di quel maledetto culo che le vorrei sfondare tutti i giorni.