17 Settembre 2024
sesso

Quando la relazione si protrae da tanti anni, il rischio di annoiarsi, di cadere in quella inevitabile e stancante routine di coppia, è quanto mai elevato. E la stessa cosa poteva accadere anche a me e Patrizia. Siamo insieme da tanti anni, quasi 20 per la precisione. Ci conoscemmo da ragazzi, seppur adulti, in una fase in cui la persona si forma definitivamente.

Io avevo 25 anni, lei 22. Era una ragazza acqua e sapone, la mia Patrizia. Bella al naturale, senza neppure un filo di trucco. Un fascino candido, rassicurante, accompagnato da uno sguardo dolce e da un modo di porsi estremamente sereno e tranquillo. La classica “brava ragazza”. Quella, in altre parole, che tutti i genitori sognano per il proprio figlio maschio.

Patrizia, una bellezza acqua e sapone in grado di conquistare chiunque

Ed anche mia madre, alla quale non piaceva affatto la mia precedente fidanzata, fu letteralmente rapita da Patrizia, da quel modo di porsi estremamente gentile, raffinato, che faceva intendere, a chiare lettere, la sua anima soave e semplice. Tutti questi aspetti del suo carattere, però, erano in netta antitesi quando si faceva l’amore.

Lo ammetto: era davvero un’autentica porca. Non ne aveva mai abbastanza del mio cazzo, lo voleva possedere per ore. Si faceva l’amore tutti i giorni. Si cercava di approfittare dell’assenza dei rispettivi genitori per poter utilizzare il comodo letto di casa, ma la maggior parte delle volte, come avviene per buona parte delle coppie non ancora conviventi, si ricorreva alla classica “camporella”, cercando di accoppiarsi in posti dove la perversione sessuale di Patrizia potesse essere adeguatamente appagata.

Le piaceva farlo in posti strani. Le piaceva correre il brivido di poter essere scoperti, la faceva arrapare ad un livello inimmaginabile. Abbiamo scopato nei posti più disparati. Nei parcheggi sotterranei dei supermercati, dove, a volte, qualcuno faceva finta di nulla mentre lei, a smorzacandela, mi cavalcava selvaggiamente. Le piaceva essere penetrata nelle piazzole di sosta degli Autogrill, dove qualche camionista in sosta assisteva alla scena.

Le mille perversioni di Patrizia

Le piaceva solo farsi notare, non cubava il desiderio di essere posseduta da altri uomini. Le bastava il mio cazzo, sempre attivo e funzionante grazie a lei. Il suo mix di dolcezza e perversione, quel suo apparire candida ed innocente e al tempo stesso così puttana a letto, mi mandava letteralmente in estasi. E l’erezione era sempre vigorosa, forte ed in grado di saziare i suoi appetiti sessuali.

Col passare del tempo, però, le fantasie sessuali di Patrizia crebbero in misura esponenziale, specie dopo esserci felicemente e convintamente sposati. Trascorrere tutto il tempo insieme la rese ancor più vogliosa. Le sue perversioni iniziarono a diventare molteplici e totalmente differenti rispetto ad un tempo. Non le interessava più, ad esempio, correre il rischio di poter essere vista mentre faceva sesso.

Reputava quella perversione appartenente alla sua gioventù, decisamente appagata dalle molteplici volte che l’aveva messa in atto. Le era sempre piaciuto il gioco di ruoli. Voleva essere posseduta, spesso, però, le piaceva possedere. Condurre il gioco, avere il pallino in mano dell’accoppiamento, faceva ulteriormente crescere in lei la voglia di essere chiavata.

E fu così che, accompagnata da un po’ di imbarazzo, un giorno mi chiese se poteva possedermi diversamente da quanto non avesse fatto sino a quel momento. Li per lì non capii. Le risposi che quando scopavamo era lei, non di rado, a condurre le fila, quindi non ci vedevo nulla di male. Ma lei insistette. Disse che voleva qualcosa in più. Disse che voleva vedere se godevo ad essere penetrato da un vibratore.

Quella strana perversione di Patrizia

Rimasi basito, rifiutai immediatamente. Ma non si diede per vinta. E dopo una lunga opera di convincimento, durata svariati mesi, mi convinse. Decisi di accettare solo ed esclusivamente per renderla felice, temendo che potesse appagare questa fantasia al di fuori del nostro rapporto di coppia.

Lei, d’altro canto, era una grande appassionata di sex toys, disponeva di moltissimi vibratori anali che utilizzava quando faceva sesso. Ne ordinò uno appositamente per me. E quando fu il momento di utilizzarlo, fu dolce, estremamente brava a condurmi per mano verso quella sua perversione che la animava, ormai, da moltissimo tempo.

E alla fine, nonostante l’evidente disagio iniziale, mi lascia andare e l’esperienza non mi dispiacque affatto. A tal punto che oggi, di tanto in tanto, ricorriamo a questo stuzzicante gioco. Qualche volta per volere di Patrizia. Qualche volta per espressa mia volontà.