Quel pomeriggio avevo deciso di dedicarmi alla cucina: volevo preparare i miei biscotti al burro, quelli che tanto piacciono ad amici e parenti e che generalmente ero solita fare durante le feste di Natale. Mi misi comoda, accesi la radio, ed iniziai a prendere tutti gli ingredienti che sarebbero serviti per la preparazione dei miei biscotti. Mentre preparavo l’impasto, sentii suonare il campanello. Non avrei voluto aprire, visto che non solo quello era il mio momento di relax, ma ero anche quasi del tutto svestita e non sapendo chi fosse, decisi di fare finta che non avevo sentito il campanello: tanto, sarebbero stati i soliti scocciatori di sempre.
Fui ben sorpresa quando, oltre il campanello, sentii la voce del mio vicino di casa, Carlo: l’uomo burbero che non dava confidenza a nessuno, e che da tempo rappresentava oggetto dei miei sogni e desideri sessuali. Me ne fregai di come ero vestita, anzi pensai che proprio quella mia “presentazione” avrebbe potuto scatenare in lui qualche sensazione positiva; insomma, avrei potuto sedurlo tranquillamente. Così, decisi di aprire, fingendo di non aver sentito suonare il campanello poco prima e prendendo come scusa la radio accesa.
Carlo rimase sull’ingresso, mi disse che la musica era troppo alta e che se non l’avessi abbassata avrebbe chiamato i carabinieri. In realtà, la musica non era poi così alta, così pensai che la sua fosse una scusa per suonare alla porta di casa mia: d’altronde, chissà da quanto tempo quell’uomo non stava con una donna!
Gli dissi: “Ma tu non ti diverti mai?”, ma certo avrei voluto dirgli qualche altra cosa, come ad esempio il fatto che se fosse sempre così agitato e depresso, forse gli mancava una donna. Decisi però di non prenderlo d’impatto, ma lo invitai a sedere, e a sorseggiare un caffè con me. Solo mentre preparavo il caffè notai che Carlo guardava insistentemente oltre le trasparenze della mia vestaglia, e capii che sarebbe bastata una mia parola per farlo cadere in trappola: così, decisi di portargli il caffè con un sorriso e lambendo le mie labbra con la lingua per dargli un chiarissimo invito. Carlo mi sorprese: toccò il mio sedere con insistenza, accarezzandomi le cosce. Guardai i suoi pantaloni e mi accorsi che il suo membro stava letteralmente esplodendo: insomma, un chiaro invito anche il suo.
Lo presi per mano e lo accompagnai fino alla camera da letto, dove lo feci sdraiare sul mio letto ed iniziai uno spogliarello: Carlo mi guardava con occhi a metà tra lo stralunato ed il sorpreso, ma in poco tempo si slacciò i pantaloni ed iniziò a masturbarsi mentre io lo intrattenevo toccandomi i seni e facendo inturgidire i miei capezzoli.
Decisi che era arrivato il momento per farlo cadere ai miei piedi, così scivolai su di lui, e lentamente lo feci scivolare dentro di me, cavalcandolo come un’esperta Amazzone. Carlo si muoveva con velocità ed allo stesso tempo con voglia di riempirmi, mentre io mi spremevo il seno per fargli capire che desideravo lo facesse lui per me. Lui, però, fece ancor di più: mentre io lo cavalcavo, con una mano mi tenne per i fianchi mentre con l’altra mi titillò il clitoride fino a farmi esplodere di piacere. Lui venne poco dopo, inondandomi la vagina del suo sperma caldo…